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Inaugurato il gonfalone di Marmora

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La chiesa parrocchiale del Comune di Marmora si trova a 1548 metri di altitudine, in posizione isolata e  protesa sulla valle,  il paese è collocato più in basso a quota 1223. Domenica 30 giugno Monsignor Giuseppe Guerrini, vescovo di Saluzzo, in questa chiesa pluricentenaria ha officiato, come ogni anno, la Messa dedicata al patrono di Marmora, San Massimo. Questa volta l’occasione aveva un valore simbolico aggiunto: dopo la funzione, il Vescovo ha benedetto il nuovo gonfalone del Comune di Marmora.

Da alcuni anni Marmora e la sua valle, grazie all’attuale sindaco Ponzo e alla sua amministrazione, stanno vivendo una stagione di rilancio imperniata su una valorizzazione che ha saputo far riemergere gli elementi identitari (case in pietra, tetti in losa, niente cemento e alberghi, rispetto del paesaggio) che senza alterare la quotidianità dei residenti, attira famiglie da più Paesi d’Europa, grazie alla promozione di un “turismo del silenzio”.

Questa ricerca di identità ha riguardato anche le radici storiche e ha condotto il Sindaco e il Vicesindaco a “scoprire” che il proprio territorio nel 1610 era stato assegnato come feudo dai Savoia alla famiglia biellese dei Ferrero, che per questo furono prima conti e poi marchesi di Marmora.

Gli amministratori di Marmora hanno allora ritenuto che sarebbe stato opportuno far sì che questo importante legame storico si rispecchiasse nello stemma e nel gonfalone del Comune. Per questo nel 2010 venne contattato a Biella  il Marchese Francesco Alberti La Marmora, che rispose positivamente alla richiesta del Comune di poter utilizzare il suo stemma di famiglia per elaborare il nuovo gonfalone.

Domenica hanno presenziato alla benedizione del gonfalone numerosi cittadini di Marmora e un gruppo di biellesi, tra i quali Francesco e Silvia Alberti La Marmora , Graziana Bolengo, direttrice dell’Archivio di Stato di Biella che custodisce il grande archivio La Marmora, l'archivista Elena Gallo, lo storico Danilo Craveia e alcuni abitanti del Piazzo, il borgo storico dove ha sede Palazzo La Marmora, dimora del Ferrero della Marmora e da vent’anni luogo di attività culturali.

Dopo la benedizione ha preso la parola il Sindaco Emanuele Ponzo che ha ricostruito la vicenda e ha letto e commentato il documento dell’Ufficio Araldico di Roma, illustrando come accanto alla M di Marmora e all’immagine della pecora, che evoca l’attività di pastorizia della comunità locale, sono stati accostati l’aquila bicipite e il leone rampante dello stemma dei Ferrero. Ha infine aggiunto che questa scelta innovativa è in armonia con l’attività di riscoperta e valorizzazione condotta dalla sua amministrazione.

Francesco Alberti La Marmora ha poi preso la parola su invito del Sindaco: ha ricordato ai cittadini di Marmora che il nome del loro paese è diventato famoso nei libri di storia ed è vivo nella memoria popolare, grazie all’importante ruolo avuto durante il Risorgimento dai quattro fratelli La Marmora generali, Carlo Emanuele, Alberto, Alessandro e Alfonso. Ha spiegato di aver dato vita ad un ente no profit, il Centro Studi Generazioni e Luoghi, tramite il quale viene svolta l’attività di custodia e valorizzazione del patrimonio archivistico e storico-artistico. Infine ha affermato che questo riscoperto legame con il Comune di Marmora può assumere oggi il significato di un gemellaggio tra due aree del Piemonte molto distanti tra di loro, ma ambedue fortemente impegnate nella valorizzazione delle proprie radici storiche, con riferimento in particolare agli ecomusei del Biellese, che presero avvio a metà degli anni Novanta e che oggi hanno un ruolo chiave nel salvaguardia dell’identità territoriale di Biella, anche grazie alla Rete Museale di cui Palazzo La Marmora fa parte.

Dopo la cerimonia il Vescovo Guerrini, gli Alberti La Marmora e tutti gli ospiti biellesi hanno assistito ad un concerto di archi, al quale è seguito un piacevole momento conviviale e la visita alla Cappella di San Sebastiano.

 

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